Pasqua in Terra Santa da Cagliari
Offerta Viaggio per Pasqua in Terra Santa Partenza da Cagliari. Viaggio Religioso di 8 Giorni & 7 Notti dal 13 al 20 Aprile 2017. Pacchetto Viaggio & Pellegrinaggio comprende Volo da Cagliari per Tel Aviv via Roma Sistemazioni in Hotel 3 Stelle in Pensione Completa Trasferimenti Pellegrinaggio con Guida Spirituale Assistenza Tecnica ed Assicurazione da 1220 € a persona in camera doppia
Altra data dal 20 al 27 Aprile 2017
Pacchetto Pellegrinaggio per Pasqua in Terra Santa da Cagliari
Categoria |
Terra Santa dalla Sardegna |
Offerta |
Pasqua in Terra Santa da Cagliari |
Pacchetto Viaggio |
Voli di Linea da Cagliari + Transfer + Tour + Pellegrinaggi + Assistenza |
Destinazione |
Tel Aviv - Tabor - Nazareth - Betlemme - Gerusalemme - Gerico - Mar Morto |
Partenza da |
Da Cagliari via Roma Fiumicino |
Durata / Data Pacchetto |
8 Giorni 7 Notti dal 13 al 20 Aprile 2017 |
Servizi |
Guida Spirituale Ingressi nei Musei Inclusi |
Hotel / Trattamento |
Hotel 3 Stelle in Pensione Completa |
Prezzo a persona |
1220 € + 35 € Iscrizione + 239 € Tasse Aeropotuali + 60 € Supplemento Data |
Programma di Viaggio in Terra Santa da Cagliari per Pasqua
1° Giorno: Cagliari - Roma ( o Milano ) - Tel Aviv - Nazareth
Ritrovo in aeroporto di Cagliari e partenza per Tel Aviv con Volo di Linea via Roma Fiumicino. All’arrivo partenza per la Galilea, attraverso la pianura di Sharon. Arrivo a Nazareth in serata. Sistemazione in albergo: cena e pernottamento.
2° Giorno: Nazareth - Tabor - Sefforis
Pensione completa. Al mattino partenza per il Tabor, il monte della Trasfigurazione e salita in minibus. Proseguimento per la visita di Sefforis, capitale della Galilea ai tempi di Gesù: nel sito archeologico si trovano importanti reperti giudaici e cristiani. Nel pomeriggio visita di Nazareth: basilica dell’Annunciazione, chiesa di San Giuseppe, museo Francescano, fontana della Vergine.
3° Giorno: Lago di Galilea
Mezza pensione in albergo. Giornata dedicata alla visita dei luoghi della vita pubblica di Gesù attorno al lago di Galilea. Si raggiunge il monte delle Beatitudini, poi a Tabga visita delle chiese del Primato e della Moltiplicazione dei pani e dei pesci. Traversata del lago in battello e pranzo. A Cafarnao visita degli scavi dell’antica città con la sinagoga e la casa di Pietro. Nel rientro a Nazareth sosta a Cana di Galilea.
4° Giorno: Nazareth - Betlemme
Colazione. Partenza per la visita della grotta di Elia nella basilica di Stella Maris sul Monte Carmelo. Continuazione per la Giudea con sosta all’acquedotto di Cesarea Marittima. Arrivo a Betlemme: sistemazione in albergo e pranzo. Pomeriggio dedicato alla visita di Betlemme con il Campo dei Pastori e la basilica della Natività. Cena e pernottamento.
5° Giorno: Gerusalemme
Mezza pensione in albergo e pranzo in ristorante. Giornata dedicata a Gerusalemme. Al mattino visita della Spianata con le Moschee, Muro della Preghiera, quartiere ebraico. Nel pomeriggio: chiesa di Sant’Anna con la piscina Probatica, chiesa della Flagellazione, Via Dolorosa e basilica della Resurrezione con il Calvario e il Santo Sepolcro.
6° Giorno: Gerusalemme
Mezza pensione in albergo e pranzo in ristorante. Continuazione della visita di Gerusalemme. Al mattino i santuari del monte degli Ulivi: edicola dell’Ascensione, grotta del Padre Nostro, Dominus Flevit, basilica del Getzemani, tomba della Madonna, grotta dell’Arresto. Nel pomeriggio il Sion cristiano con il Cenacolo, la Basilica della Dormizione di Maria, chiesa di San Pietro in Gallicantu, valle del Cedron.
7° Giorno: Deserto di Giuda
Mezza pensione in albergo. Si scende nel deserto di Giuda: sosta a Wadi el Qelt dove il panorama è particolarmente suggestivo. Proseguimento per Qasr el Yahud, memoriale del battesimo di Gesù: rinnovo delle promesse battesimali. Visita panoramica di Gerico e pranzo. Nel pomeriggio visita di Qumran dove, nelle grotte vennero rinvenuti i più antichi manoscritti della Bibbia e sosta sul Mar Morto.
8° Giorno: Betlemme - Tel Aviv - Roma - Cagliari
Colazione. Visita di Yad Vashem, il Memoriale dell’Olocausto e, in seguito, visita dei santuari di Ein Karem che ricordano la visita di Maria a Santa Elisabetta e la nascita di San Giovanni Battista. In pomeriggio, trasferimento in tempo utile all’aeroporto di Tel Aviv, partenza con volo di ritorno per Cagliari via Roma Fiumicino. Arrivo e fine dei nostri servizi.
Operativo voli Di Linea: Cagliari / Roma / Tel Aviv ( Soggetti da riconferma )
Data | Aeroporti di partenza | Orari di Partenza | Aeroporto di arrivo | Orari di Arrivo |
13 Aprile |
Cagliari Elmas | 06:20 | Roma Fiumicino | 07:25 |
Roma Fiumicino | 09:30 | Tel Aviv |
13:50 | |
20 Aprile |
Tel Aviv |
17:10 | Roma Fiumicino | 19.55 |
Roma Fiumicino | 21:50 | Cagliari Elmas | 22:55 |
Terra Santa e Gesù
La Terra Santa non è una meta come tutte le altre. Culla di civiltà millenarie, è una terra resa santa dalla vita di Gesù ma anche dalla nascita e dallo sviluppo delle prime comunità cristiane.
La Terra santa è molto importante per la cristianità, principalmente perché è il luogo in cui nacque, predicò, fu crocifisso e ivi risorse Gesù Cristo.
Dal 1219, anno del viaggio di San Francesco di Assisi, l'Ordine dei frati minori è presente in Terra Santa; oltre un secolo più tardi, nel 1342, papa Clemente VI riconobbe all'Ordine il diritto di rappresentare la Chiesa cattolica nei luoghi santi, già riconosciuto dai musulmani grazie alla donazione del francescano re di Napoli Roberto d'Angiò; la provincia francescana di Terra santa è più diffusamente conosciuta come Custodia di Terra Santa.
Gerusalemme
Gerusalemme è un'antichissima città nonché città santa per due delle tre principali religioni monoteistiche (Ebraismo e Cristianesimo) e terza città santa in ordine d'importanza, dopo La Mecca e Medina, per l'Islam. Si trova sull'altopiano che separa la costa orientale del Mediterraneo dal Mar Morto, a est di Tel Aviv, a sud di Ramallah, a ovest di Gerico e a nord di Betlemme. La Città Vecchia e le sue mura, considerate patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, racchiudono in meno di un chilometro quadrato molti luoghi di grande significato religioso come il Monte del Tempio, il Muro del pianto, la Basilica del Santo Sepolcro, la Cupola della Roccia e la Moschea al-Aqsa. Nel corso della sua storia Gerusalemme è stata distrutta e ricostruita due volte ed è stata assediata, conquistata e riconquistata in decine di occasioni.
Gerusalemme è situata a 31°47′N, 35°13′E sull'estremità meridionale di un altopiano dei monti di Giudea, che include il Monte degli Olivi (Har HaZeitim) a est e il Monte Scopus (Har HaTzofim) a nord-est; l'altitudine (della città antica) è circa 760 m s.l.m. (la moderna è percorsa da continui saliscendi), la sua superficie è 125 km².
Gerusalemme dista 60 km a est di Tel Aviv e del mar Mediterraneo e 35 km a ovest del Mar Morto. Le città vicine sono Betlemme e Beit Jala a sud, Abu Dis e Maale Adumim a est, Ramallah e Givat Zeev a nord e Mevaseret Zion a ovest.
Tel Aviv
letteralmente "collina della primavera") è una città israeliana sulla costa del mar Mediterraneo. Tel Aviv è anche il centro dell'area metropolitana più grande e popolosa in Israele, denominata Gush Dan (Blocco di Dan). Tel Aviv è il principale centro economico di Israele. È stata la capitale d'Israele dal 1948 al dicembre 1949 ed è ancora sede della maggior parte delle ambasciate straniere presso quello stato, dato che la proclamazione da parte di Israele di Gerusalemme come capitale non è riconosciuta da diverse risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e nessuno stato ha l'ambasciata in tale città.
Nazareth
Nazareth è una città di 73.658 abitanti del Distretto Nord di Israele, nella regione storica della Galilea. La maggioranza della popolazione è cittadina araba di Israele che si divide in 31,3% cristiani e 68,7% musulmani. Nazareth è famosa universalmente come la città di origine di Gesù, che secondo i Vangeli, pur essendo nato a Betlemme, vi abitò durante la sua infanzia e giovinezza. A Nazareth inoltre, sempre secondo i Vangeli, avvenne l'Annunciazione, cioè l'annuncio della sua prossima nascita, che venne fatto a sua madre Maria dall'Arcangelo Gabriele. Il 14 maggio 2009 si è recato in visita apostolica a Nazareth Papa Benedetto XVI.
Pellegrinaggi in Terra Santa
La terra donata da Dio al suo popolo, e che oggi si fa rientrare nell’area identificata soprattutto dai cristiani come Terra Santa è la regione meridionale che comprende, in gran parte, l’attuale Stato d’Israele. Nei secoli questo lembo di terra ha assunto varie denominazioni quali: Terra di Canaan, Palestina, Israele, Terra Promessa, Terra Santa, Terra dell’Alleanza. Oggi lo Stato d’Israele ha raggiunto circa 7,8 milioni di abitanti che rappresentano un mosaico di gente con retroterra etnici, stili di vita, religioni, culture, e tradizioni di ogni genere.
Il territorio della Terra Santa
Il territorio della Terra Santa può essere suddiviso in quattro grandi aeree geografiche differenti, che corrispondono anche alle quattro zone climatiche: la fascia costiera che costeggia il mare mediterraneo e le pianure, la fascia montuosa centrale, le regioni aride e desertiche e la valle del fiume Giordano e la Valle dell’Arava. L’intero Stato d’Israele come estensione corrisponde, all’incirca, alla nostra regione Calabria, non superando una superficie di circa 22.000 Kmq. Dalle condizioni geofisiche è intuibile comprendere come tutto il territorio d’Israele e molto vario, si passa dalla verdeggiante e fertile Galilea alla più arida e desertica Giudea. Il Paese a est racchiude la cosiddetta Fossa Giordanica la quale raggiunge, nella zona del lago di Galilea, i 200 metri sotto il livello del mare per poi giungere al Mar Morto dove la depressione arriva fino ai 400 metri sotto il livello del mare.
La presenza di tante razze e culture fa emergere come anche le diverse religioni rendono quest’area del Medioriente oltremodo attraente e emozionante. Non a caso, Gerusalemme, Yerushalayim (per gli ebrei), Al Quds (la santa per i musulmani) è la capitale delle tre religioni monoteistiche, nella quale vivono tutti i figli di Abramo: cristiani, ebrei e musulmani. E’ evidente che per noi cristiani è la terra nella quale è nato, vissuto, morto e risorto Gesù di Nazaret, è vissuta Maria la madre del Signore, Giuseppe il carpentiere padre putativo di Gesù, gli apostoli e i primi giudei cristiani che ci hanno tramandato la fede nell’unico vero Dio che ha tanto amato il mondo da donarci il suo Figlio, morto per tutta l’umanità e per ciascuno di noi riscattandoci dal peccato originale commesso dai nostri progenitori Adamo e Eva. Percorrere i luoghi legati alla vita terrena di Gesù, soffermarsi nei siti dove la Parola è stata annunciata comprendendo come Gesù sia l’unica «Via, Verità e Vita», suscita un’emozione spirituale incredibile, che in molti si manifesta con una sensazione d’incontro quasi fisico con il Maestro di Galilea. E’ innegabile, quindi, che per ciascun credente peregrinare in Terra Santa significa andare alla radice del suo essere cristiano, andare nell’unico luogo nel quale il Figlio di Dio, Gesù di Nazaret, si è incarnato «hic…verbum caro factum est». Il Santo Padre Paolo VI, in quest’anno ricorre il 50° anniversario del Suo pellegrinaggio in Terra Santa, ha definito la Terra Santa il «il quinto Vangelo». Conoscere questa terra, la sua storia millenaria, il suo ambiente umano, geografico e culturale contribuisce efficacemente a una più vitale comprensione del messaggio della Sacra Scrittura. Oggi si è si è determinati nel credere che accanto al progressivo sviluppo della Storia della Salvezza esista anche una Geografia della Salvezza.
E’ bello salutarci come sono soliti fare gli Ebrei, dopo il pellegrinaggio nella Città Santa, manifestando così il profondo anelito di voler sempre ritornare alle radici della loro fede: «l’anno prossimo a Gerusalemme».
Pellegrinaggi
Pellegrinaggi Che cos’è un pellegrinaggio?
Pellegrinaggio è un percorso di conversione in cui l’uomo si mette in contatto con Dio. Lasciare il proprio ambiente, mettersi in cammino verso un traguardo al termine del quale non solo incontrare il Signore, ma ritrovare anche se stessi. Ecco le parole del teologo S.E. Mons. Bruno Forte su come il pellegrino deve vivere il suo cammino.
Perché fare un pellegrinaggio?
La risposta a questa domanda parte dal cuore stesso della fede cristiana: i discepoli di Gesù non credono in un Dio astratto, generico, lontano dalla vicenda umana, ma nel Dio che è entrato nella storia, che ha parlato ai santi e ai profeti e si è fatto carne nella pienezza del tempo. Il cristianesimo non è la religione della salvezza dalla storia, ma della salvezza della storia, di una salvezza cioè che passa attraverso gli eventi e le parole intimamente connessi in cui si compie l’autocomunicazione divina. Ecco perché i luoghi in cui si è svolta la storia della rivelazione sono così importanti per la fede dei Cristiani: essi fanno comprendere meglio quanto Dio ha voluto dirci di sé, aiutandoci ad entrare nel Suo linguaggio ad assaporare in profondità le Sue parole. Le pietre dei Luoghi Santi nutrono la fede dei figli di Dio (in ebraico eben = pietra richiana ben = figlio, il che consente il gioco di parole che per esempio è evocato dalla frase di Gesù in Mt 3,9: “Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre”).
Come vivere il pellegrinaggio
Perché il pellegrinaggio produca questi frutti è necessario prepararsi ad esso e viverlo nella maniera più intensa: è la stessa Scrittura che ci dice come. Lo fa attraverso i Salmi che venivano pregati e cantanti durante la salita a Gerusalemme, meta del continuo pellegrinaggio del popolo dell’Alleanza. Le condizioni necessarie sono così descritte: il pellegrino deve avere ben presente il suo punto di partenza, l’insieme cioè di quelle domande profonde, che sono alla base dell’angoscia esterna ed interna ad ogni cuore (si legga il Sal 120: “Nella mia angoscia …”) Insieme a questa presa di coscienza, però, il pellegrino deve invocare gli occhi della fede per riconoscere il Pellegrino divino che cammina con lui, il Signore, custode d’Israele (Sal 121: “Il Signore è il Tuo custode”; in questo Salmo ritorna sei volte la radice del verbo shamar = custodire. Shomer è il custode). Il pellegrinaggio così intrapreso diventa memoria della vita: memoria della gioia e del dolore, delle speranze e delle delusioni, ma anche della fedeltà di Dio (Sal 123: guardare al Signore a partire dalla prova e Sal 124: far memoria della fedeltà di Dio che mai ci abbandona). La memoria della prova si traduce così nell’invocazione piena di speranza (Sal 125: alla stabilità di Gerusalemme e del credente, circondato dal Signore, si affaccia la violenza e la tentazione di usarla, ma nasce anche nel cuor l’invocazione della pace). Facendo memoria della liberazione compiuta da Dio nei luoghi della storia della salvezza, si ravviva la speranza della liberazione futura e si guarda alla prova personale e collettiva alla luce della fedeltà potente del Signore (Sal 126). La memoria suscita così la confessione che tutto è grazia (Sal 127: è Dio che opera; se no invano faticano i costruttori…): con la fede il pellegrino conoscerà la beatitudine dell’uomo che teme il Signore e lo benedirà (Sal 128). La memoria del male ricevuto e la memoria della colpa invocano però soprattutto la riconciliazione: “Vi benediciamo nel nome del Signore” (Sal 129). Nel bellissimo Sal 130 si offre un compendio di tutto questo: al grido che sale dal profondo e si esprime nella “strofa del Tu”, vera e propria memoria della colpa (vv. 3-4), seguono la “strofa dell’io”, della speranza e dell’attesa (vv. 5-6), ed infine la “strofa d’Israele”, che canta l’esperienza della solidarietà del popolo redento (vv. 7-8). Il pellegrinaggio conduce così all’esperienza della pace che viene da Dio: con l’atteggiamento espresso dal Sal 131, il pellegrinaggio vive l’affidarsi perdutamente al Signore come bimbo nelle braccia della madre ed è in grado di testimoniare e cantare la speranza che non delude. Questo salmo è veramente figura della Pasqua in Cristo, via e meta di ogni pellegrinaggio.
La pace dopo il pellegrinaggio
La pace così ottenuta non riguarda solo l’individuo, ma crea una nuova fraternità dell’alleanza fondata sulle promesse di Dio (Sal 132). Il pellegrinaggio si apre ormai alla via del ritorno: il pellegrino saluta i compagni di viaggio e invita a benedire il Signore, mentre su di lui scende la benedizione di Dio (Sal 134). Sgorga dal cuore la lode alla misericordia dell’Eterno che trasforma e custodisce i nostri cuori nella nuova vita, operando in noi le meraviglie che ha compiuto nei nostri Padri (Sal 135). Il Sal 136 – la grande litania di ringraziamento – è in tal senso la vera preghiera del ritorno, la testimonianza dell’indimenticabile grazia vissuta dai pellegrini di Dio…