Pellegrinaggio a Capodanno 2020 in Terra Santa da Roma Pellegrinaggio a Capodanno in Terra Santa da Roma. Tour Religioso di 8 Giorni 7 Notti dal 30 Dicembre al 6 Gennaio 2020. Pacchetto Viaggio & pellegrinaggio comprende Volo diretto da Roma Fiumicino per Tel Aviv Sistemazione in Istituto Religioso con trattamento di Pensione Completa Trasferimenti Escursioni con Ingressi Inclusi Pellegrinaggio con Guida Spirituale Assistenza e Assicurazione da 1300 € a persona in camera doppia
Pacchetto Capodanno in Terra Santa da Roma con volo diretto
Categoria Viaggio |
Terra Santa da Roma |
Offerta Pellegrinaggio |
Capodanno 2020 in Terra Santa da Roma |
Pacchetto Viaggio |
Volo + Transfer + Pellegrinaggi + Assistenza + Visite |
Destinazione |
ROMA - NAZARETH -TABOR - CANA - NAZARETH -LAGO DI TIBERIADE CAFARNAO - BETLEMME - MASADA - GERICO - BETLEMME - AIN KAREM - YAD WASEM -GERUSALEMME |
Partenza da |
Da Roma Fiumicino per Tel Aviv |
Durata / Data |
8 Giorni 7 Notti dal 30 Dicembre al 6 Gennaio 2019 |
Servizio Incluso |
Guida Spirituale |
Hotel / Trattamento |
Istituto Religioso in Pensione Completa |
Prezzo a persona |
1300 € + 20 € Iscrizione |
Programma di Viaggio per Capodanno in Terra Santa da Roma con volo diretto
1° GIORNO ROMA - NAZARETH “Avvertito poi in sogno… andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perché si compisse ciò che era scritto per mezzo dei profeti” (Mt 2,23)
Partenza in aereo da Roma per Tel Aviv (volo diretto). Arrivo all’aeroporto di Ben Gurion. Trasferimento a Nazareth, nella verdissima regione della Galilea. Arrivo a Nazareth e sistemazione in albergo.
2° GIORNO TABOR - CANA - NAZARETH “Fu trasfigurato davanti a loro… e apparvero loro Mosé ed Elia” (Mt 17,2)
Al mattino, salita sul Monte Tabor per la visita del Santuario, memoria della Trasfigurazione, preannuncio della Risurrezione Pasquale; sosta a Cana per rinnovare le promesse matrimoniali. Nel pomeriggio, visita di Nazareth: la Basilica dell'Annunciazione con il Museo archeologico; la Chiesa di S. Giuseppe, casa della Sacra Famiglia; e la chiesa ortodossa di San Gabriele dove si trova la “Fontana di Maria”. Leggiamo il racconto evangelico dell’annuncio dell’Angelo alla Vergine Maria.
3° GIORNO LAGO DI TIBERIADE - CAFARNAO - BETLEMME “Signore io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito” (Mt 8,8)
Partenza per il Lago di Tiberiade, dove Gesù compie la sua opera di evangelizzazione chiamando i primi discepoli e guarendo dalle malattie: salita al Monte delle Beatitudini, memoria del “Discorso della Montagna”, visita a Cafarnao della sinagoga e della casa di Pietro, a Tabga della chiesa benedettina della moltiplicazione dei pani e del sito francescano del Primato di Pietro, traversata del lago con il battello. Al pomeriggio, visita di Magdala, sito della memoria di Maria, discepola di Gesù. Proseguimento per Betlemme, sistemazione in albergo, cena e pernottamento.
4° GIORNO MASADA - GERICO “Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore” (Mt 3,3)
Partenza di prima mattina per la visita di Masada, l’altipiano che si staglia nel deserto a mo’ di fortezza naturale. Qui re Erode il Grande ha costruito un grande palazzo a tre livelli, servito poi agli Zeloti come ultimo tragico baluardo della resistenza all’esercito romano. Salita in funivia per la visita del sito archeologico. Sosta a Gerico e a Qasr el Yahud per rinnovare le promesse battesimali. Sosta al Mar Morto. Rientro a Betlemme per cena e pernottamento.
5° GIORNO BETLEMME - AIN KAREM - YAD WASEM “Ed ecco la stella … giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino … [e] provarono una grandissima gioia” (Mt 2,9-10)
Visita della città natale di Gesù: la Basilica della Natività e S. Caterina, la Grotta di S. Girolamo e il Campo dei Pastori. Sosta di preghiera e lettura dei Vangeli della Natività. Proseguimento per Ain Karem, visita alla Chiesa della nascita di S. Giovanni Battista ed al Santuario della Visitazione, dove Maria ha pronunciato la preghiera del Magnificat. Visita al Giardino dei Giusti (Yad Vashem). Rientro a Betlemme.
6° GIORNO GERUSALEMME “Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13,34)
Al mattino trasferimento a Gerusalemme per la visita del Monte Sion: la chiesa di S. Pietro in Gallicantu, ricordo del tradimento di Pietro nella notte della Passione di Gesù, il Cenacolo, dove leggeremo il racconto evangelico dell’Ultima Cena e della Pentecoste, la Chiesa della Dormizione di Maria. Passeggiata per il quartiere ebraico fino al Kotel, il Muro Occidentale del Tempio. Nel pomeriggio visita della Chiesa di S. Anna e della Piscina Probatica o di Bethesda. Proseguimento lungo la Via Dolorosa dalla Chiesa della Flagellazione fino al Calvario, seguendo le Stazioni della Via Crucis. Sistemazione in albergo a Gerusalemme.
7° GIORNO GERUSALEMME “L’angelo disse alle donne: ‘Non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. E’ risorto, infatti, come aveva detto’” (Mt 28,5)
Al mattino ingresso nella Basilica del Santo Sepolcro, luogo della Risurrezione. Sosta di preghiera, lettura dei Vangeli della Risurrezione. Tempo libero nel quartiere cristiano. Al pomeriggio visita del Monte degli Ulivi con un percorso a piedi che, dopo l’edicola dell’Ascensione e la chiesa del Pater Noster, scende ripidamente passando per la Cappella del Dominus Flevit fino al Getsemani. Lettura del racconto della Passione del Signore nei luoghi dove è avvenuta, nel Getsemani con la Basilica dell'Agonia, ricordo della preghiera di Gesù nell’Orto degli Ulivi. Infine visita della chiesa ortodossa della Tomba di Maria. Rientro in albergo a Gerusalemme.
8° GIORNO GERUSALEMME - ROMA Trasferimento all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv e partenza in aereo per l'Italia.
Operativo Voli Alitalia: Roma FCO / Tel Aviv / Roma FCO
Data |
Aeroporti di partenza |
Orari di Partenza |
Aeroporto di arrivo |
Orari di Arrivo |
30 Dicembre |
Roma Fco |
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Tel Aviv |
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6 Gennaio |
Tel Aviv |
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Roma Fco |
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Tel Aviv letteralmente "collina della primavera" è una città israeliana sulla costa del mar Mediterraneo. Tel Aviv è anche il centro dell'area metropolitana più grande e popolosa in Israele, denominata Gush Dan (Blocco di Dan). È il principale centro economico di Israele. È stata la capitale d'Israele dal 1948 al dicembre 1949 ed è ancora sede della maggior parte delle ambasciate straniere presso quello stato, dato che la proclamazione da parte di Israele di Gerusalemme come capitale non è riconosciuta da diverse risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e nessuno stato ha l'ambasciata in tale città. Nazareth Nazareth è una città di 73.658 abitanti del Distretto Nord di Israele, nella regione storica della Galilea. La maggioranza della popolazione è cittadina araba di Israele che si divide in 31,3% cristiani e 68,7% musulmani. Nazareth è famosa universalmente come la città di origine di Gesù, che secondo i Vangeli, pur essendo nato a Betlemme, vi abitò durante la sua infanzia e giovinezza. A Nazaret inoltre, sempre secondo i Vangeli, avvenne l'Annunciazione, cioè l'annuncio della sua prossima nascita, che venne fatto a sua madre Maria dall'Arcangelo Gabriele. Il 14 maggio 2009 si è recato in visita apostolica a Nazaret Papa Benedetto XVI. Il Lago di Galilea è una regione storica della Palestina, oggi divisa amministrativamente tra Israele e la Cisgiordania. È delimitata a est dal fiume Giordano, che in questo tratto forma il lago di Tiberiade, detto anche lago di Genezaret o mare di Galilea. Il nome Galilea (in latino Galilaea, in greco Galilaia) deriva dall'ebraico (galil), che significa "circolo". Pellegrinaggi Pellegrinaggi Che cos’è un pellegrinaggio? Pellegrinaggio è un percorso di conversione in cui l’uomo si mette in contatto con Dio. Lasciare il proprio ambiente, mettersi in cammino verso un traguardo al termine del quale non solo incontrare il Signore, ma ritrovare anche se stessi. Ecco le parole del teologo S.E. Mons. Bruno Forte su come il pellegrino deve vivere il suo cammino. Perché fare un pellegrinaggio? La risposta a questa domanda parte dal cuore stesso della fede cristiana: i discepoli di Gesù non credono in un Dio astratto, generico, lontano dalla vicenda umana, ma nel Dio che è entrato nella storia, che ha parlato ai santi e ai profeti e si è fatto carne nella pienezza del tempo. Il cristianesimo non è la religione della salvezza dalla storia, ma della salvezza della storia, di una salvezza cioè che passa attraverso gli eventi e le parole intimamente connessi in cui si compie l’autocomunicazione divina. Ecco perché i luoghi in cui si è svolta la storia della rivelazione sono così importanti per la fede dei Cristiani: essi fanno comprendere meglio quanto Dio ha voluto dirci di sé, aiutandoci ad entrare nel Suo linguaggio ad assaporare in profondità le Sue parole. Le pietre dei Luoghi Santi nutrono la fede dei figli di Dio (in ebraico eben = pietra richiana ben = figlio, il che consente il gioco di parole che per esempio è evocato dalla frase di Gesù in Mt 3,9: “Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre”). Come vivere il pellegrinaggio Perché il pellegrinaggio produca questi frutti è necessario prepararsi ad esso e viverlo nella maniera più intensa: è la stessa Scrittura che ci dice come. Lo fa attraverso i Salmi che venivano pregati e cantanti durante la salita a Gerusalemme, meta del continuo pellegrinaggio del popolo dell’Alleanza. Le condizioni necessarie sono così descritte: il pellegrino deve avere ben presente il suo punto di partenza, l’insieme cioè di quelle domande profonde, che sono alla base dell’angoscia esterna ed interna ad ogni cuore (si legga il Sal 120: “Nella mia angoscia …”) Insieme a questa presa di coscienza, però, il pellegrino deve invocare gli occhi della fede per riconoscere il Pellegrino divino che cammina con lui, il Signore, custode d’Israele (Sal 121: “Il Signore è il Tuo custode”; in questo Salmo ritorna sei volte la radice del verbo shamar = custodire. Shomer è il custode). Il pellegrinaggio così intrapreso diventa memoria della vita: memoria della gioia e del dolore, delle speranze e delle delusioni, ma anche della fedeltà di Dio (Sal 123: guardare al Signore a partire dalla prova e Sal 124: far memoria della fedeltà di Dio che mai ci abbandona). La memoria della prova si traduce così nell’invocazione piena di speranza (Sal 125: alla stabilità di Gerusalemme e del credente, circondato dal Signore, si affaccia la violenza e la tentazione di usarla, ma nasce anche nel cuor l’invocazione della pace). Facendo memoria della liberazione compiuta da Dio nei luoghi della storia della salvezza, si ravviva la speranza della liberazione futura e si guarda alla prova personale e collettiva alla luce della fedeltà potente del Signore (Sal 126). La memoria suscita così la confessione che tutto è grazia (Sal 127: è Dio che opera; se no invano faticano i costruttori…): con la fede il pellegrino conoscerà la beatitudine dell’uomo che teme il Signore e lo benedirà (Sal 128). La memoria del male ricevuto e la memoria della colpa invocano però soprattutto la riconciliazione: “Vi benediciamo nel nome del Signore” (Sal 129). Nel bellissimo Sal 130 si offre un compendio di tutto questo: al grido che sale dal profondo e si esprime nella “strofa del Tu”, vera e propria memoria della colpa (vv. 3-4), seguono la “strofa dell’io”, della speranza e dell’attesa (vv. 5-6), ed infine la “strofa d’Israele”, che canta l’esperienza della solidarietà del popolo redento (vv. 7-8). Il pellegrinaggio conduce così all’esperienza della pace che viene da Dio: con l’atteggiamento espresso dal Sal 131, il pellegrinaggio vive l’affidarsi perdutamente al Signore come bimbo nelle braccia della madre ed è in grado di testimoniare e cantare la speranza che non delude. Questo salmo è veramente figura della Pasqua in Cristo, via e meta di ogni pellegrinaggio. La pace dopo il pellegrinaggio La pace così ottenuta non riguarda solo l’individuo, ma crea una nuova fraternità dell’alleanza fondata sulle promesse di Dio (Sal 132). Il pellegrinaggio si apre ormai alla via del ritorno: il pellegrino saluta i compagni di viaggio e invita a benedire il Signore, mentre su di lui scende la benedizione di Dio (Sal 134). Sgorga dal cuore la lode alla misericordia dell’Eterno che trasforma e custodisce i nostri cuori nella nuova vita, operando in noi le meraviglie che ha compiuto nei nostri Padri (Sal 135). Il Sal 136 – la grande litania di ringraziamento – è in tal senso la vera preghiera del ritorno, la testimonianza dell’indimenticabile grazia vissuta dai pellegrini di Dio…